mercoledì 31 ottobre 2012

IL CRITERIO DI ROMITI


ROMITI

Che diceva il dottor Romiti? Il dottore partiva dalle scarpe. Metti caso che qualcuno gli venisse davanti “ Buongiorno signor Romiti” “Buonasera dottor Romiti, piacere dottor Romiti sono Tizio”, “Piacere sono Caio”, “Piacere sono Sempronio”. E che fa il Romiti “Piacere, dice, sono Romiti, mi mostri le scarpe!” …Capite o non capite? Lui mica perdeva tempo: gli guardava le scarpe e decideva, lì, sui due piedi ”Sono lucide, sono pulite, hanno le stringhe come dio comanda, sono corte, sono lunghe e allora il dottor Romiti aveva già capito tutto “Questo lo caccio a pedate”, “Questo lo faccio amministratore”, “Questo lo mando in Argentina”.
E i figli, povere anime? Ve li immaginate i figli, poveretti? due figli quattro scarpe, quattro stringhe e sessanta spazzole e giù a lucidarle E santo cielo? Abbiamo impiegato milioni anni a risalire la china dell’evoluzione e capire l’importanza delle scarpe e cosa vogliamo fare? Buttare tutto alle ortiche? Tornare nelle caverne? 
Ma intanto pensiamo alla famiglia del nostro amato dottore. Si sente la macchina del padre che torna dal lavoro e che succede nella casa? “La madre pensa: “Dio mio ma che scarpe ho?” e dice: “Figli miei, arriva papà. mettete a posto le scarpe? “ “Giuseppino, ma cos'hai nei piedi? I mocassini? E che possono fare i poveri Giorgini e Giuseppini loro che han passato tutto il giorno a pulire e lucidare? Quelle scarpe poi, che, maledette loro, sono sempre laggiù a pestare polvere, terra e letame! Ma non poteva il buon dio fare i piedi sopra la testa? …E i servi poi! Tutti a guardarsi le scarpe:“Arriva il dottore…arriva il dottore!
E poi entra il gran Romiti, corrucciato, santo cielo, perché povera anima pure lui, sono anni che glielo insegna a quelle testacce e a quella disbela di moglie come tenere le scarpe, come lucidare le scarpe.  Ma mai che imparino un’acca? “Quanto mi toccherà soffrire ancora prima che capiscono il rude gioco della vita” pensa il grande Romiti in quel suo gran cervello, pieno di lucido Brill. Poi passa in rivista la servitù schierata in fila e controlla quelle scarpe a questi disperati proletari che mica l’han capita l’essenza noumenica delle scarpe e perciò sono servi. “E che fine faranno i miei figli, quando sarò morto? Finiranno anche loro a fare i servi? S’aggireranno raminghi con le scarpe rotte per le vie del mondo?” Ci pensa spesso il Romiti alla sera quando sta per addormentarsi alle tristi vicende del destino, talvolta perverso e crudele “Che farà questa misera famiglia? Finirà sul lastrico? Finiranno senza scarpe? Magari ha appena finito di trombare, il gran Romiti, magari ha impastato come dio comanda le mammelle della moglie, magari ha infilato il suo aggeggio lucidato come dio comanda in quella vulva scioperata e ha pompato come un dannato. Ma che dice il divino Romiti in quel momento supremo? Dice sospirando “Vengo, vengo cara…vengo, vengo con scarpe Aston Villa?” 

SITI AMICI

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